Per descrivere un concetto nella sua estensione, spesso è necessario ricorrere all’essenzialità di una definizione.

 

Nel caso del viaggio si può partire indicando la rappresentazione di un evento che unisce spazio e tempo attraverso il movimento, ampliando il concetto di spazio, oltre che geografico, anche sociale e culturale.

Quindi, il viaggio inteso come ampia sintesi di conoscenze che contengono e collegano elementi complessi presenti in una precisa realtà costituita da un territorio, con le sue evidenze storico-ambientali e monumentali, culturali in senso lato, socio-economiche e politiche, senza dimenticare un utile e benefico aspetto ludico, riconducibile anche alle forme di fruizione sopra descritte.

Per fare un esempio mitico possiamo scomodare il Milione di Marco Polo che rappresenta, fin dalla fine del 1200, ben più che il racconto delle esperienze – originali e spesso imprevedibili – di una famiglia di mercanti intraprendenti, ma, piuttosto, il resoconto – straordinariamente affascinante e complesso – dello spirito e dell’intelligenza di persone, formatesi in una loro realtà complessa che – facendo propria e trasferendo la conoscenza – ibridano e “contaminano” storie di altri luoghi, popoli, idee, sentimenti, speranze.

Ma il viaggio richiama anche la profondità dei luoghi e del pensiero che osserva e traversa i luoghi stessi e, quindi, l’orizzonte di un paesaggio che, inevitabilmente, si integra con quello di ogni persona che sperimenta il nuovo, il “mai visto”.

Se si riflette, questa descritta è una dimensione del tutto diversa del viaggio “industrializzato”, di norma proposto da professionisti del turismo che tende a limitare orizzonti e rinchiudere quelli che, non a caso, non vengono definiti ospiti, ma turisti-clienti, condotti in modo talvolta inconsapevole in ambiti, comunque angusti rispetto alla realtà.

Situazioni preordinate che rischiano di costruire, dentro l’esperienza del viaggio, una realtà posticcia, spesso stereotipata che dà dei luoghi – e di quanto in essi pulsa, a partire dall’umanità – un’idea preconfezionata, secondo standard “industriali”, apparentemente rassicuranti per i partecipanti, ancorché economicamente redditizi per gli organizzatori.

Certo, esiste una specificità del tipo di viaggio e non è mai operazione utile e corretta attestarsi con atteggiamenti snobistici ed elitari anche riferendosi a forme di turismo oggettivamente massificate e puntate su elementi che talvolta nulla – o pochissimo – hanno da vedere con i Territori e i Paesi interessati.

Invece, c’è da ridere – e anche molto – quando questo Turismo – spesso gestito da potenti organizzazioni multinazionali – diventa un’attività di rapina e distruzione del Territorio, di speculazione sulle risorse a sfavore dei popoli locali, di sfruttamento dei lavoratori e di ogni pratica di corruzione che talvolta accompagna grandi investimenti nel Turismo.

In questi casi – ahinoi non rari – il termine sgradevole di “sfruttamento del Turismo”, presenta un significato negativamente duale rivolto, sia alle Popolazioni locali – spesso depredate e non adeguatamente beneficiate dai flussi turistici – che ai visitatori, ai quali, a loro volta, viene negato, oltre che la realtà effettiva dei posti visitati, il valore inestimabile del viaggio come esperienza esistenziale.

Per Solidaria, il viaggio ha tutti questi significati complessi che nel progetto specifico – Viaggio… tra il dovere della memoria e l’impegno per un’antimafia sociale – viene finalizzato ad alcuni obiettivi specifici che attengono alla conoscenza di una parte del Territorio siciliano e di esperienze sociali che hanno intrapreso un difficile e complesso percorso di liberazione dalla mafia.

Un viaggio che è un incontro di esperienze – conoscenze acquisite mediante il contatto con settori della realtà – che si innervano reciprocamente grazie al valore della condivisione e all’apporto del confronto, ma che costruiscono anche strumenti metodologici per elaborare una metodologia per guidare persone, soprattutto appartenenti alle nuove generazioni, in qualsiasi viaggio, a partire da quello necessario nel proprio Territorio.

Il viaggio come metafora e realtà di incontri che, costruendo relazioni, arricchiscono tutti scoprendo la “verità” di un Territorio, fatta insieme di bellezza e di degrado fisico e morale, come di realtà straordinariamente positive, potenzialità evidenti, ma anche ritardi drammatici.

Il viaggio, con queste premesse e questi intenti, è un percorso che solidarizza, scambia, costruisce, ben oltre le barriere della comprensione e la dimensione temporale che lo circoscrive e, quindi, non può che essere:

  • il viaggio responsabile che muove economie sane e compatibili sul piano etico ed economico;
  • il viaggio che scopre qualità culturali messe a disposizione da una conoscenza della società non edulcorata da consumismo turistico;
  • il viaggio che incrocia le bellezze artistico-monumentali con la vita della gente e racconta anche quanto di terribile ci può stare dietro la sontuosità di un manufatto, sia pure pregevolissimo, in termini di ingiustizie sociali e sofferenze umane;
  • il viaggio che guarda alla storia, quella dei grandi, ma anche a quella degli umili;
  • il viaggio che libera da stereotipi e pregiudizi;
  • il viaggio che celebra il “miracolo” del parlarsi con la fiducia che deriva, essenzialmente, dalla conoscenza;
  • il viaggio che rivela l’interesse per quello che l’altro e l’altra rappresentano con la loro cultura e la loro esperienza;
  • il viaggio che è condivisione delle ragioni di ciascuno nella libertà del confronto.

Sono queste le caratteristiche fondamentali del viaggio che Solidaria ritiene strumento importante per un avvicinamento proficuo di giovani e meno giovani per aprire orizzonti di confronto e relazioni:

  • il viaggio concepito come strumento per conoscere e fare conoscere, tra l’altro, un’immagine della Sicilia densa di valori presenti e potenzialità inespresse, ma anche consapevole delle proprie responsabilità storiche e scevra da rivendicazionismi egoistici e deresponsabilizzanti;
  • il viaggio in un’altra Sicilia libera, coraggiosa, aperta, generosa, solidale e intraprendente che Solidaria ha conosciuto e propone ai suoi amici viaggiatori;
  • il viaggio alternativo che è anzitutto strumento e metodo per conoscere e comprendere qualsiasi territorio, oltre ogni barriera di stereotipi o, addirittura, di mistificazione della realtà;
  • Il viaggio, in particolare in Sicilia, che coniuga il dovere della memoria con l’impegno concreto nella lotta alla mafia.

Un percorso di conoscenza e di riflessione sul patrimonio di ideali e di pratiche che ci vengono dai tanti eroi involontari vittime della mafia, dalla strage di Portella delle Ginestre, alla vicenda, umana e politica, particolarissima di Peppino Impastato, ai tantissimi altri esempi di uomini e donne di tutte le età e condizioni che non si sono sottratti al loro dovere per realizzare una società più libera e giusta.

Una breve, ma significativa incursione nel passato per comprendere l’importanza dell’oggi, con le straordinarie esperienze d’impegno sul territorio nel contrasto alla mafia, in tutte le sue devastanti manifestazioni, rappresentato e praticato, tra gli altri, dalle cooperative e dalle associazioni che utilizzano a fini sociali i beni confiscati alla mafia.